La Disidrosi è una malattia infiammatoria cronica recidivante della pelle che colpisce prevalentemente, ma non solo, mani e piedi. La causa della Disidrosi è sconosciuta, tuttavia, a volte è associata alla Dermatite Atopica, altro disturbo della pelle che genera prurito, di natura anch’essa autoimmune.

Può manifestarsi nelle persone di ogni età e sesso, anche se la fascia di età più colpita sembra essere compresa fra i 20 e i 40 anni. Il fatto che la condizione si manifesti spesso dopo periodi di tensione o ansia ha indotto a pensare che si tratti di una patologia a scatenamento psicosomatico, ma la sua vera eziologia non è ben conosciuta tanto che nel 30% dei casi si ha una diagnosi di Disidrosi Idiopatica (cioè di cui si ignora la causa).

Molti fattori predispongono l’insorgenza della malattia: tra questi, come già detto, l’atopia, alcuni tipi di infezioni (micosi o infezioni da streptococchi anche in sedi distanti), la familiarità, il contatto con allergeni sia per via sistemica (medicinali, alimenti) che topica.

I sintomi più comuni comportano la comparsa di chiazze pruriginose, che evolvono rapidamente nello sviluppo di vescicole colme di siero, spesso tante e raggruppate, che si formano soprattutto tra le pieghe delle dita. Le bollicine, una volta scoppiate o riassorbite, lasciano la pelle squamosa e spellata. Nei casi più gravi si formano zone di escoriazione, con fessurazioni e ispessimenti della pelle talmente invalidanti, da rendere difficoltoso il lavoro quotidiano.

Come curare la Disidrosi?

Gli approcci farmacologici sono di limitata efficacia e l’uso di alcuni farmaci, sovente a base di steroidi topici, è gravato da un alto rapporto rischio beneficio senza garantire la prevenzione di ulteriori ricadute.

Il trattamento con fototerapia UVB a banda stretta regola la risposta infiammatoria portando a remissione la Disidrosi ed eliminando gli spiacevoli sintomi che la contraddistinguono: un protocollo personalizzato differenziato per fototipo si basa su sedute fatte a giorni alterni per raggiungere il dosaggio ottimale nella maniera più graduale possibile, e mantenendolo per un periodo di norma di almeno due mesi.

Trattandosi di patologia che non necessita di esposizioni a corpo intero, EDERMA consiglia l’utilizzo di attrezzature ad esposizione parziale, particolarmente adatte ad irradiare la regione palmo plantare (mod. 20.04 e 20.06 SP) disponibili sia in vendita che a noleggio.